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Chi siamo

“Uno dei pochi gustosi angoli che resistono ai colpi del mondo moderno, per offrire ancora qualcosa di autenticamente vero”

Così vieniva descritto il “Nasone”, la fontanella romana, nel  commento al sonetto “La funtanella” di Aldo Tomassini, in occasione del primo premio assegnatogli  al concorso per la poesia romanesca “Romeo Collalti” nel 1990.

Ed è così che è nata Già Roma.

Incastonata in un edificio storico, nel cuore della capitale, gustosa  e autentica come “er Nasone” che ha ispirato l’animo del poeta romanesco, un perfetto connubio di cultura e culinaria romane per risvegliare i sensi e l’appetito.
Un delizioso viaggio gastronomico, alla scoperta della fontanella simbolo di Roma.

 

GiàRoma 1886 è un bistrot dalla cucina di qualità e per la selezione di prodotti DOP Italiani, che si trova in una delle vie più eleganti della città, via del Tritone, che collega la lussureggiante Piazza Barberini (il cui simbolo è certamente la Fontana del Tritone, realizzata da Bernini nel diciasettesimo secolo) a via del Corso. Pochi angoli di Roma conservano al tempo stesso raffinatezza, arte e memoria storica ad una densità così elevata e GiàRoma 1886 si giova di questa atmosfera regalando ai suoi clienti una location decisamente in linea con ciò che la circonda.

La cucina di GiàRoma 1886 omaggia la tradizione romana, com’è ovvio che sia, ma cerca al tempo stesso di proporre qualcosa di nuovo, come taglieri regionali di salumi e formaggi rigorosamente DOP, panini e insalate BIO. Roma, del resto, è Caput Cibi, come dice il claim stesso del locale: e allora andate alla scoperta della cacio e pepe ma anche del risotto all’arancia e rosmarino sfumato al brandy, dei saltimbocca alla romana o del salmone in crosta di mandorle. Fatevi stupire sia dalla fedeltà alle tradizioni, sia dalla volontà di sapersi reinventare ogni giorno: in ogni caso GiàRoma 1886 vi farà entrare in una dimensione del gusto del tutto inedita attraversa la nostra Italia.

 

La Funtanella

Che c’è de mejo de ‘na funtanella
a Roma quanno incoccia la calura?
Pare ‘na cascatella in miniatura
e t’arilegri solo ner vedella.
Co’ l’acqua che viè giù da la cannella,
su quer metro quadrato de frescura,
te poi riconcijà co’ la natura:
opri la bocca e bevi a garganella.
E si j’attappi er bucio co’ la mano
l’acqua schizza defora dar bucetto
e lo zampillo ariva ar primo piano.
Allora puro quanno ch’è sereno,
tra lo sbrilluccichio de quell’archetto
ce pòi vedé spuntà l’arcobbaleno.

Aldo Tomassini”

 

 

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